di Giacomo Mazzocchi

Anche se meno ‘Neri’, gli All Blacks non hanno faticato molto per regolare il Galles nella Finale per il Terzo posto della Coppa del Mondo di rugby 2019 in Giappone. In testa sin dalle prime battute, hanno concesso ai gallesi solo due mete di consolazione, una per tempo, chiudendo la contesa con un perentorio 40-17 finale.

La Nuova Zelanda ha fatto subito breccia nel muro difensivo gallese portando in meta il Pilone Joe Moody. Poi ha controllato agevolmente le operazioni. Va subito detto che il Galles non ha giocato al meglio delle proprie possibilità: non è stato il XV che quest’anno si è imposto con il grande Slam nel Torneo delle Sei Nazioni e che ha meritato di scalzare la Nuova Zelanda dal vertice del Ranking Mondiale.

Sui rossi gallesi ha pesato con evidenza il fatto di aver giocato una partita più dei neozelandesi: infatti, mentre avevano dovuto affrontare l’Uruguay per giungere ai quarti, Inghilterra e Nuova Zelanda usufruivano del ‘bonus tifone’ e potevano usufruire di due settimane di riposo per ritemprarsi in vista dei quarti.

Una decisione assurda ed ingiusta che ha penalizzato anche gli azzurri che erano gli avversari e che dovevano affrontare proprio i neozelandesi. Decisione presa arbitrariamente (e tutta anglofona) dal Board del Rugby spacciandola come trovata intelligente per evitare conseguenze dovute al cataclisma. Perché non spostare l’evento di un giorno (come logico) così come ha fatto la Formula Uno che si svolgeva nella medesima zona del tifone?

Ci sarebbe stato tutto il tempo di disputare le due partite (non quella del Galles) per prendere qualsiasi decisione senza alterare il Mondiale a favore dei due paesi anglofoni che controllano il rugby Mondiale, Inghilterra e Nuova Zelanda, condotti magicamente in carrozza alle semifinali dell’evento.

Si tenga conto che nei successivi quarti il Galles ha dovuto vedersela prima contro la Francia (a riposo anche essa con l’Inghilterra) battuta per un punto (20-19) dopo una battaglia titanica, e poi contro il Sud Africa in un match tutto fisico giocato testa a testa per 80’ e conclusosi con il successo sudafricano 19-16. Tutto costellato da una serie infinita di infortuni tra cui quello dell’ala North la miglior pedina offensiva gallese.

Si capisce bene che il match di ieri è risultato alterato, se non falsato. Così come lo sarà, per le stesse ragioni, la finalissima Inghilterra-Sud Africa in programma in TV alle ore 10. Si capisce che qualcuno nel mondo –  che si è inventato la libbra che pesa meno di mezzo chilo, lo yard lungo meno di un metro e il miglio che è meno di due chilometro per lucrare commercialmente – stia gestendo forse il più grande degli spettacoli sportivi: ‘Cicero pro domo sua’.

Uno spettacolo che ha stregato il Giappone quando ha scoperto che quello che conta maggiormente nello sport della palla bislunga è il coraggio, l’intelligenza e lo spirito di squadra. Materiale che nel paese del Sol Levante abbonda. Gli atleti corpulenti e di statura sono pochi, ma se ne possono trovare in giro per un paese di 126 milioni di abitanti che ha inventato il Sumo e riesce a dire la sua anche nel Basket e nella Pallavolo.

Quanto all’Italia, anche gli azzurri sono rimasti vittima della gestione casalinga dei Mondiali. L’aver privato gli azzurri – sfruttando il tifone perché la partita poteva essere rinviata senza alcun problema – dell’opportunità di giocarsi le proprie carte sportivamente contro una Nuova Zelanda non irresistibile è stata una grave ingiustizia sportiva. Indovinate a favore di chi? Ma dell’Inghilterra dello Yard, del miglio, della libra e della sterlina. E della Brexit.

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