La bozza dell’articolato della Legge di bilancio 2020 ha avuto l’imprimatur di Palazzo Chigi e va alle Camere per l’approvazione.

L’articolo 17 (disposizioni in materia di Sport) comma 5 prevede che le risorse del Fondo Sport e Periferie, già trasferite a Sport e Salute Spa siano nuovamente riversate al MEF per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio.

Queste risorse sono assegnate all’Ufficio per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che (addirittura) subentra nei rapporti pendenti. Questo fondo era stato istituito all’epoca della candidatura olimpica di Roma e per questo gestito dal Coni. Togliere il fondo al Coni e trsferirlo a Sport e Salute Spa fu uno dei primi gesti di “buon vicinato” che Rocco Sabelli fece a Malagò.

Ora, questo fondo sarà gestito dalla Presidenza del consiglio, cioè da Spadafora che è Ministro dello Sport. Senza portafoglio. L’unica consolazione è che almeno ci sarà un controllo politico e di indirizzo sull’uso di questi fondi che, lo scorso giugno, l’allora capo dell’Ufficio per lo Sport di Palazzo Chigi Michele Sciscioli (tornato ad altro incarico) aveva dichiarato essere di 72 milioni.

Qualcuno potrebbe vedere in questa norma una ‘piccola’ sconfitta per Sabelli e un piccolo passo verso il depotenziamento di Sport e Salute Spa e l’accentramento dei poteri presso il Ministero dello sport. Accentramento confermato dal fatto che i rapporti coni Comuni tornano alla Presidenza del Consiglio.

In ogni caso un chiaro segnale del Ministro su chi deve possedere lo scettro del comando. Una minirivoluzione per non perdere le buone abitudini inaugurate con Giorgetti.

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