di Giacomo Mazzocchi

Spalti gremiti da oltre 50 mila spettatori, azzurro/bleu i colori predominanti. Gli stessi, o quasi, per Italia e Francia

Maglia bianca con righine colorate per l’Italia. Al fischio d’inizio dell’ottimo arbitro esordiente inglese Matthew  Carlley, i bianchi conquistano la sfera. Un possesso che si estenderà a praticamente  tutti gli 80 minuti di gioco.

Alla fine 27-15 per i galletti francesi che con due successi in 5 partite si allontanano dalla coda. Cucchiaio di legno per  l’Italia e ventiduesima sconfitta consecutiva nel torneo

Tutto regolare, dunque: la squadra che controlla  alla fine vince. Cioè i Francesi in maglia bianca, battono l’Italia in casacca bleu come è giusto e normale che sia. Ed invece no perché per dovere di ospitalità gli azzurri erano proprio i giocatori transalpini, non viceversa.

Ed era l’Italia, in maglia bianca, che ha immediatamente, e per un quarto d’ora, assediato la Francia nella sua area realizzando due calci piazzati per un 6-0 al 10′

I Bleu di Francia si affacciavano nell’area italiana solo  al 18’ quando a metà campo Penaud, con una touche rapida, sorprendeva tutti gli azzurri, in particolare Parisse, che non riuscivano a stoppare il velocissimo  francese involatosi solitario a smarcare il mediano di mischia Dupont: meta fra i pali e facile trasformazione che porta al sorpasso degli ospiti per 6-7.

Alla prima occasione – per giunta fortuita – la Francia va a segno

Il match continua ad andare avanti in modo totalmente strampalato e tutti sanno come è andato a finire. I commentatori sono stanchi di spiegare i fiaschi dell’Italrugby, di analizzare onorevoli sconfitte, di criticare, magari, arbitraggi manchevoli. Insomma di apparire ottimi arrampicatori sui vetri in sostegno ad una realtà in netta crisi.

Sembra doveroso contro commentare la disfatta  evidenziando solo ciò che dicono i numeri, non  elucubrazioni di comodo

All’Italia sono state annullate, da parte del TMO (moviola) una meta al 28’ (meta di pacchetto), un’altra al 68’ (Tebaldi), una terza al 74’ (Zanon). Una meta sicura di Morisi al 23’ è andata in fumo perché l’assist rasoterra al piede di Allan ha incocciato la parte bassa del palo destro che è più spessa per la presenza di protezioni anti incidenti. Lo stesso Allan ha sbagliato due calci  fra i pali facili.

Per l’intera durata della partita gli azzurri, dietro disposizioni del capitano Parisse ha preferito rinunziare a sei calci piazzati facilissimi (da 3 punti ciascuno) scegliendo la rimessa laterale nella prospettiva di una meta.

Si è rinunciato a (3×6) 19 punti sicuri per (5+2) 7 punti ipotetici

Occasioni andate a vuoto per la stoica e strenua difesa francese, cui deve andare tanto di cappello.

Nel frattempo, ogni volta che la Francia si avvicinava all’area di meta italiana ci scappava una segnatura: un drop da 3 punti, un paio di mete fortunose causate da disattenzioni italiane ma mai da vere e proprie manovre.

Insomma una partita che avrebbe dovuto finire con una vittoria dei bianchi – con sostanzioso differenziale di punti – alla fine si è trasformata in una ennesima, sonora sconfitta. Andatelo voi a spiegare…

Giacomo Mazzocchi, nato in Portogallo 79 anni fa, mezzo secolo di giornalismo tra direzione e gestione di quotidiani, periodici, redazioni televisive (La Repubblica, Il Corriere della Sera, il Corriere dello Sport, Tuttosport, Telemontecarlo). Ha disputato 129 partite nel massimo Campionato di Rugby e indossato la maglia della Nazionale. Segretario e fondatore  della Scuola Centrale dello Sport  del Coni, nel 2011 ha pubblicato, assieme al procuratore Sportivo Dario Canovi il libro “Lo stalliere del Re – Fatti e misfatti di 30 anni di calcio” e nel 2012 “Gli eroi siamo noi – Storie di rugby, di vita e di 6 Nazioni”

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