Il Flaminio è di proprietà di Roma Capitale ma con un vincolo di destinazione a favore del suo progettista, l’ing. Pier Luigi Nervi. Tale vincolo ha finora impedito la realizzazione di molte idee e a tale proposito è intervenuta anche la riforma del sistema sportivo (che, tuttavia, entrerà effettivamente in vigore nel 2022/23.

Lo Sport a Roma è una cosa complessa e la politica, le poche volte che se ne occupa, fatica a cogliere tale complessità. Solo gli oltre 160 impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale coinvolgono, secondo una nostra stima al ribasso, oltre 120.000 cittadini e 5.000 lavoratori: solo citando questo dato si comprende subito l’importanza del settore e, quindi, la miopia di chi, con qualche meritevole eccezione, se ne occupa solo in campagna elettorale.

Lo stadio è stato utilizzato dal Rugby fino al 2011 per il Sei Nazioni ma poi è stato considerato troppo piccolo per numero di posti e spazi esterni da utilizzare per il famoso terzo tempo (sponsorizzato da una famosa birra).

Nel febbraio 2014 la Giunta Marino deliberò l’affidamento alla Federazione Calcio (FIGC) in quanto soggetto pubblico ma poi, cambiato il suo presidente, non se ne fece più nulla. Da allora, lo stadio (che ha al suo interno una piscina e cinque palestre) è abbandonato e, quindi, vandalizzato. Ci è scappato il morto ed allora, finalmente, il Comune ha trovato i denari per la sorveglianza.

La Giunta Raggi si è occupata del Flaminio: nel sito della Sindaca la sistemazione dello stadio Flaminio è tra le cose fatte, tra le promesse mantenute! In realtà c’è solo uno studio preliminare realizzato dall’Università Roma 3 con finanziamenti della Fondazione Paul Getty da utilizzare per la successiva progettazione che non c’è stata.

Poi, prima della debacle elettorale della Raggi e in suo esclusivo sostegno, è spuntato il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che, a favore di giornalisti (ma alle parole non è seguita una proposta concreta), aveva detto che sarebbe stato bello andare al Flaminio a vedere le partite della Lazio Calcio. Ma, come anticipavamo, la sensazione, anzi la certezza per chi conosce la questione, è che il presidente della Lazio avesse voluto, inutilmente, tirare la volata alla candidata sindaca Raggi. Tra l’altro, Lotito non ha nemmeno fatto sapere quale destino avrebbero le strutture sportive al suo interno e quale sarebbe il rapporto con la richiesta di servizi sportivi del II° Municipio.

Si era parlato anche di un interessamento della Polisportiva Lazio (formata dalle molte sezioni che organizzano i diversi sport) ma non se ne è saputo più nulla anche perché la Lazio Calcio (quella di Lotito) si era mostrata fredda e le altre sezioni non avevano la forza economica per andare avanti da sole.

E poi, attraverso quale strumento giuridico la Lazio Calcio (che è un soggetto privato) avrebbe ottenuto la concessione? Le assegnazioni dirette sono in contrasto con il vigente codice degli appalti. Si intendeva forse procedere con la finanza di progetto (e non di parole..) ad iniziativa privata?

In questa campagna elettorale abbiamo assistito a molte promesse e racconti sul futuro del Flaminio (non solo da parte della Raggi): ci auguriamo solo che l’amministrazione Gualtieri affronti e risolva la questione ricordando che lo Sport è una cosa seria che richiede conoscenze e competenze.

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