Non manca molto alla nomina del Sottosegretario di Stato con Delega allo Sport e, come sempre, SportPolitics offre notizie e chiavi di lettura. Abbiamo rivoltostavolta due domande alla senatrice Daniela Sbrollini da sempre in prima linea, nei vari governi che hanno guidato il paese, per sostenere e rappresentare gli interessi di tutto il mondo sportivo, di base e di vertice.

Già capogruppo per Italia Viva in VII a Commissione Cultura, Istruzione, Turismo, Sport è Responsabile Nazionale Dipartimento Sport per Italia Viva. Di Daniela Sbrollini si è parlato negli ultimi giorni anche come una delle delle candidate alla poltrona di Sottosegretario con delega allo Sport.

Senatrice Sbrollini, sono momenti importanti per il futuro dello Sport italiano. Qual’è stato il vostro contributo alla Riforma promossa e realizzata dal precedente governo?

Io avrei voluto una riforma organica di natura parlamentare e non una legge delega. Sicuramente, come IV, abbiamo dato un contributo sul professionismo femminile e sull’assunzione dei laureati in scienze motorie già dall’ultimo anno della primaria e nei centri sportivi. Molte criticità, invece, sul lavoro sportivo: bisogna per prima cosa distinguere il profit dal no profit, altrimenti molte società sportive non potranno più sopravvivere. La mediazione in Consiglio dei Ministri è stata quella di posticipare il più possibile l’applicabilità dell’entrata in vigore dei decreti in modo da poter lavorare sui correttivi ai decreti.

Come giudica il ritardo nella nomina del Sottosegretario allo Sport del governo Draghi? È un segnale di non considerazione o altro?

Ho fiducia nel Presidente Draghi che è anche uomo di sport. L’importante è che la delega venga affidata ad una persona competente. E, soprattutto, deve rientrare in una riforma del welfare perché lo sport abbraccia tutti i ministeri. E va riconosciuto come farmaco!

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