di Giacomo Mazzocchi

L’Italia ha concluso a Newcastle contro l’Inghilterra la serie di incontri internazionali di preparazione ai Mondiali di rugby – che si inaugurano il 20 settembre a Tokio con Giappone-Russia – con una sconfitta per 37–0. Si è trattato di un ‘test-match’ nel senso letterale del termine inglese, una partita di prova e non già del confronto al massimo dei livelli fra due Paesi come viene generalmente inteso. Tant’è che è stato disputato al St. James Park di Newcastle e non nel Tempio del Rugby di Twickenham.

Insomma, una sorta di allenamento agonistico da cui i due tecnici Eddie Jones e Conor O’Shea cercavano indicazioni. In particolare, il CT azzurro voleva testare efficienza ed intensità agonistica da parte dei rincalzi, lasciando i Big in tribuna.

Sotto questi aspetti la partita ha dato responsi utili ad O’Shea solo nel primo tempo, quando, – mentre l’Italia cercava di fare gioco intenso ogni volta che ce ne fosse occasione rinunciando a far punti da calci piazzati -, l’Inghilterra badava ad assicurasi un margine di vantaggio realizzando con il piede di Farrell i nove punti con cui si è chiuso il primo tempo inglese.

Per contro, l’Italia teneva egregiamente il campo nelle fasi statiche mentre in chiave dinamica all’undicesimo inscenava un’azione corale di 21 fasi ininterrotte di gioco che non si concludeva in meta solo per la quasi insuperabilità difensiva inglese e perché Benvenuti, al momento di tuffarsi in meta, perdeva il controllo della palla.

Terminato il primo tempo nella piena soddisfazione azzurra, il test andava avanti nel disordine dei continui cambi, mentre da parte inglese, acquisito il risultato, si badava a far gioco e mete (quattro).

Ora gli azzurri c’è solo il il Giappone dove ad Osaka, il prossimo 22, l’attende l’esordio contro la Namibia: la partita, come tutte le altre significative, verrà trasmessa in chiaro dalla Rai.

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