di Giacomo Mazzocchi

Contesti diversi ma esiti simili accomunano le due squadre capitoline nel giovedì di Europa League. Entrambe vanno in vantaggio, entrambe subiscono prima il pareggio e poi la sconfitta a tempo abbondantemente scaduto: il festival degli errori. L’1-2 subito all’Olimpico della Lazio contro il Celtic esclude di fatto i biancoazzurri dalla contesa europea. Il medesimo ko complica le cose alla Roma raggiunta dal Borussia e scavalcata di un punto dai turchi del Basaksehir di Istanbul.

Alla luce della formazione schierata in campo da Inzaghi, il passo falso appariva quasi scontato se, per infortuni o squalifiche, si è costretti a mandare in campo come secondo attaccante un Caicedo (non un fulmine di guerra). Figurarsi se ha pure una spalla fuori uso.

Non deve destare meraviglia se il prode Immobile si trova accanto un fantasma che per tutta la partita non riesce a trattare un solo pallone. Quando la Lazio gioca al completo è squadra che può affrontare qualunque avversario. Ma quando gli impegni crescono, la panchina si accorcia pericolosamente e si trova obbligata a ricorrere ad elementi non dello stesso livello. Campioni autentici come Immobile, Milinkovic, Luis Alberto, Correa, Acerbi non bastano a coprire gli errori commessi da quegli elementi (vedi l’1-2 scozzese).

Diversa la situazione dall’altra sponda del Tevere. Contro il Borussia M’bach (altro spessore rispetto al Celtic) la Roma ha dato dimostrazione aver fatto enormi progressi nonostante la sconfitta. La squadra è ben registrata in ogni settore e i suoi giocatori mostrano di migliorarsi a vista d’occhio. Dzeko sta diventando un vero leader che dà il buon esempio prima di tutto sul campo. I giovanissimi Zaniolo e Kluivert sono più di una speranza, Smalling, Mancini e Veretout sono realtà talentuose.

Ma il capolavoro di Fonseca è la ricostruzione di Javier Pastore, trequartista argentino con passaporto italiano. Giovanissimo talento esploso a Palermo dieci anni fa, veniva acquistato per 43 milioni di euro dal Paris Saint-Germain. A Roma arriva nel giugno dello scorso anno per 26 milioni ma la sua stella sembra però appannata e lui finisce quasi nel dimenticatoio: la solita fregatura…

Solo Fonseca, quest’anno, sembra credere ancora al “Flaco” (magro e allampanato): gli dà di nuovo fiducia, crede in lui. Ieri sera, con una presenza in campo autorevole, Pastore ha messo in evidenza un repertorio calcistico di assoluto livello. Quello per cui la gente va allo stadio. Ha fatto tremare l’intera difesa e portiere tedesco, innescato i compagni. Quando, ad un quarto d’ora dalla fine, è uscito, la Roma ancora governava la partita.

Se è vero che la Roma di Fonseca ieri sera ha reso più arduo il proprio cammino in Europa League, è vero altrettanto che si è ritrovata nelle casse un bel gruzzolo di milioni: quelli spesi per un campione che può dare ancora molto.

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