di Giacomo Mazzocchi

Ore 18, Italia-Cina: una lezione di Calcio. Gioco, agonismo e successo azzurro per 2-0

L’evento è storico non solo perché è la prima volta che la rappresentativa italiana femminile raggiunge i quarti di finale ai Mondiali. Nel 1991 erano Mondiali fatti in casa con solo 12 squadre e non c’erano turni eliminatori.

Ciò che in realtà colpisce di queste sportive è la qualità raggiunta ed il modo con cui affrontano le avversarie. Usano un calcio moderno e piacevole sotto ogni punto di vista, divertendo (assai) tutti gli sportivi che hanno deciso di seguire la partita sugli spalti francesi di Montpellier o in diretta televisiva.

Nessuno osi ridimensionare la prova delle calciatrici italiane ironizzando sul valore delle cinesi: la Cina calcistica in rosa è, infatti, ai vertici mondiali, non come quella maschile.

Le gerarchie mondiali maschili e femminili hanno poco in comune. Anzi, quasi si può sostenere che i paesi che hanno vinto più Coppe Rimet – o che comunque hanno nel tempo dominato il calcio – non obbligatoriamente esprimono il miglior calcio femminile.

È proprio in paesi dove il calcio non è sport dominatore per eccellenza che il calcio femminile trova più spazio. Parliamo in particolare di Stati Uniti, Australia, Giappone, Cina e tanti paesi sportivamente emergenti dove non esiste soltanto il calcio.

La Cina, con la sua immensa popolazione e milioni di calciatrici, non è l’ultima arrivata e dispone di un ottimo medagliere internazionale. Al contrario del Brasile, per esempio, o della stessa Italia che per la prima volta riesce ad accedere ai quarti di finali e per come hanno domato le potenti tigri cinesi hanno dimostrato di poter competere fino alla fine per la conquista del titolo iridato.

Lo staff tecnico ed organizzativo azzurro – guidato dall’ottima Milena Bertolini – ha messo oggi in campo una squadra che ha realizzato un volume di gioco eccellente fin dai primissimi minuti: mai una palla buttata via, sempre pronta al fraseggio, breve o lungo, a seconda delle circostanze.

Buonissimi piedi, testa alta, dopo 15 minuti è arrivata al gol grazie alla rapidità di intervento della goleador Valentina Giacinti, liberata dalla verticalizzazione della Bartoli. Ma la rete cinese era stata già violata dalla stessa Giacinti (e quindi annullata) mentre una incursione della Bergamaschi aveva obbligato la stangona Peng ad un intervento miracoloso.

In campo, insomma c’era solo l’Italia, bella e matura

Non si accontentava di manovrare con efficacia e sapienza ma teneva sotto scacco la Cina con un pressing asfissiante a tutto campo: roba da manuale Guardiola..

A due minuti dall’intervallo, L’Italia decideva di sostituire Tiziana Girelli – in affanno nel pressing – con Iaia Galli. Mossa audace ma essenziale perché ha permesso di uscire dalle difficoltà e portare tranquillamente in porto la partita addirittura con la realizzazione di una una seconda rete realizzata proprio dalla Galli con una bordata da lontano (terza rete per la centrocampista).

Guarita da eccessi di entusiasmi (vedi nostro precedente articolo), umile e lavoratrice. Tecnicamente e tatticamente magnificamente impostata, con valori individuali significativi messi a disposizione del gruppo.

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