Salvatore Caruso da Avola, chi era costui?

di Giacomo Mazzocchi

Fino a qualche giorno fa non era nessuno, un Carneade qualsiasi richiamato dal Manzoni nei Promessi Sposi. Ovvero, un giovane siciliano che cercava di farsi largo nella vita giocando a tennis da professionista. Un mestiere come un altro, anche se di durata circoscritta, breve come per tutti gli atleti. Una passione che può diventare lavoro, a volte anche piacevole, quando un Roger Federer ti ingaggia per fargli da sparring partner.

Capita, però, che questo robusto e barbuto giovanotto – talentuoso ma forse al margine delle accademie tennistici dove i talenti diventano un business- testardamente riesca ad infilarsi nelle qualificazioni del Roland Garros, che superi prima l’arduo torneo di qualificazione, quindi l’enfant prodige spagnolo Jaume Munar (scuola Nadal) e si permetta poi l’ardire di far fuori in 4 set il mito transalpino Gilles Simon già numero 6 al mondo.

Entrando in tal modo nei sedicesimi di finale in compagnia di Fabio Fognini, dunque nella crema del tennis mondiale su terra rossa. A Fognini, oggi la sorte ha offerto un altro spagnolo di rango: quel Roberto Bautista Agut numero 18 nel ranking. Il Fabio nazionale, a 32 anni, ha raggiunto la sua massima potenza tennistica: figura undicesimo nelle classifiche mondiali, posizione che merita assolutamente.

Come spesso gli accade parte, male cedendo il proprio servizio. Ma poi sull’1-3 si riprende ed infila 4 games di fila. Quindi una nuova pausa che consente ad Agut il sorpasso. Sul 6-6 si va al tieb-break. Il problema principale del tennis di Fognini (ed anche di Agut) è il servizio. Se il servizio non fosse così decisivo, Fognini avrebbe pochi rivali al mondo.

Il match è andato avanti così, con frequenti break e contro break. Inevitabile, comunque, che Il tennista ligure, una volta studiato l’avversario e individuato come prendersi cura di lui, alla fine abbia vinto il match per 3 set ad uno, mettendo in scena, assieme ad Agut, uno spettacolo tennistico di alto livello basato su colpi talentuosi e pathos.

Fognini avrebbe potuto chiudere anche il match in 3 set non fosse stato per un problema alla caviglia destra che nel terzo set ha richiesto l’intervento del medico e la fasciatura dell’articolazione.

Negli ottavi è in arrivo il russo di Germania Alexander Zverev, sua Bestia nera agli Internazionali d’Italia di un paio di anni fa ma da lui recentemente battuto a Montecarlo. Le sfide fra i due sono 2-1 per Zverev (5 posto nel ranking). Fognini, con il successo di oggi, è salito al numero 9.

Tornando al Carneade Caruso, dopo la giornata di oggi è ormai un ex Carneade. La sorte, nei suoi riguardi, non è stata infatti tanto favorevole: avversario più proibitivo non gli poteva certo capitare cioè Novak Djokovic, incontrastato Numero Uno.

Un vero campione, in grado di non concedere niente a nessuno. Spietato, anche con sé stesso.

Maestro in qualsiasi colpo e strategia: con l’eccellenza del suo servizio
prepara ogni situazione offensiva
e quando si trova in difficoltà riesce spesso a superarla grazie al ricorso agli aces di servizio tirati fuori al momento giusto.

Togliere il servizio a Djokovic è praticamente quasi impossibile ma nel match di oggi Salvatore Caruso più di una volta è riuscito ad avere a disposizione delle palle break. Il Campione ha saputo annullarle tutte.

Djokovic ha dovuto sudare sette camicie di fronte ad un pubblico che ha molto applaudito gli sforzi generosi e coraggiosi del novello Davide.

Siccome, poi, il campione serbo è uno che guadagna milioni di euro all’anno, ma è anche uno sportivo finissimo, quanto più trova difficoltà tanto più è grato all’avversario che gli ha permesso di esprimersi al massimo. Proprio come accade nel pugilato.

L’abbraccio fra Caruso e Djokovic, alla fine della partita, è risultato davvero affettuoso da ambedue le parti, non di circostanza. Il serbo perché aveva faticato ma anche si era rassicurato sul proprio stato di forma (che per Djokovic è un perdurante problema psicologico). Caruso perché non è più un carneade del Tennis e ha dimostrato di possedere un notevole potenziale tecnico, agonistico ed atletico (143.000 Euro di bonus e balzo in avanti nel ranking).

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