Il COGISCO, Coordinamento Gestori Impianti Sportivi Comunali, è un coordinamento nato nel 1993 cui fanno riferimento una quarantina di concessionari di impianti sportivi di proprietà comunale. Di seguito l’interessante intervista al Presidente Massimo Tafuro a cura di Giuliano Longo apparsa oggi sul quotidiano romano on line cinquequotidiano.it

Massimo Tafuro è insegnante di educazione fisica, presidente del Cogisco e gestore della Piscina Comunale Alma Nuoto di Via dei Consoli. Introducendo il Cogisco chiarisce: “E’ un coordinamento e non un consorzio. Non assume decisioni vincolanti e si auto finanzia».

D- Possiamo considerarlo una sorta di sindacato?
R- In senso ampio potremmo dire di sì, perché abbiamo sempre messo a disposizione la nostra esperienza e la professionalità per cercare le soluzioni migliori per la città senza aver mai la pretesa di sostituirci alla politica. Noi siamo nati per difendere il ruolo che gli impianti sportivi di proprietà pubblica hanno per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

D- Quindi vi ponete come un interlocutore del Comune
R- Vediamo di essere chiari: il rapporto tra il concessionario e il Comune deve essere disciplinato da regole chiare e certe, regole che devono essere rispettate e chi non le rispetta deve subirne le conseguenze. Proprio per questo tutte le amministrazioni precedenti di centro sinistra e di centro destra ci hanno coinvolto quando si è trattato di mettere mani alle regole di funzionamento degli impianti sportivi comunali.

D- E adesso quali sono i vostri rapporti con l’amministrazione 5 Stelle?
R- Nella campagna elettorale del 2016 abbiamo formulato le nostre proposte a tutti i candidati sindaci e debbo dire che con il Movimento ci siamo confrontati su vari aspetti tanto che il loro programma sullo sport conteneva molte proposte da noi condivise.

D- E adesso come sono i rapporti con la Giunta Raggi?
R- Nei fatti sta venendo fuori una visione diversa perché si sta imponendo la vulgata che i concessionari di impianti sportivi si sarebbero approfittati della situazione godendo di impianti pubblici a canoni irrisori che nemmeno pagano. Ma omettono di dire che migliaia di cittadini quotidianamente frequentano piscine, palestre, campi di calcio per svolgere attività sportiva agonistica e non. Cosa che l’assessore Frongia evita accuratamente di dire ai media nelle sue varie esternazioni.

D- Ci spieghi invece lei qual è la realtà.
R- Le dico subito che i concessionari sostengono tutte le spese del personale e delle utenze; devono applicare le tariffe stabilite dall’Amministrazione Comunale e provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture che sono di proprietà pubblica. Per di più eseguono a spese loro le opere di adeguamento e ristrutturazione che migliorano il servizio e restano di proprietà del Comune che incrementa il proprio patrimonio senza spendere un euro. Ma non finisce qui perché mettono a disposizione gratuitamente gli impianti ai Municipi con tariffe ridotte per le scuole, senza considerare le tariffe agevolate per particolari categorie di cittadini.

D- Eppure l’assessore Frongia va dicendo che all’inizio del suo mandato la morosità dei concessionari era del 70% creandovi la nomea di approfittatori che, grazie a lui, sono stati messi in riga riducendo la morosità del 10%.
R- Già, ma Frongia – con la scusa del rispetto della privacy dei concessionari – non ha mai dato numeri dettagliati. Allora noi non abbiamo altra strada che rifarci a quanto riferito dal Direttore dell’Ufficio Sport, arch. Francesco Febbraro, alla Commissione Sport (presieduta dal 5 Stelle Angelo Diario). In quella sede, l’11 ottobre 2016 due mesi dopo l’insediamento di Frongia, fu detto che il 65% dei concessionari sono in regola e il 13% hanno necessità di un piccolo piano di rientro già avviato, mentre sarebbero solo una ventina le “situazioni gravi”. Allora qui qualcuno “tarocca” i dati!

D- Ci risulta che le “situazioni gravi” siano 25 o 26.
R- Ci sono sicuramente i concessionari che hanno contratto mutui con l’Istituto per il Credito Sportivo e che non riescono a rimborsare le rate, ma questi casi non possono esser prese ad esempio per dimostrare che nessuno paga il canone.

D- Mi sembra di sentire il refrain sui debiti dei Punti Verdi Qualità…
R- Certo, se ci mettiamo anche quelli l’esposizione debitoria sale e allora perchè non aggiungerci i debiti di Atac nei confronti del Monte dei Paschi di Siena?

D- Veniamo invece a come ha sempre funzionato il sistema degli impianti sportivi comunali.
R- E’ sempre stato un partenariato fra pubblico e privato. Il concessionario eseguiva a sue spese le opere di straordinaria manutenzione e le migliorie necessarie e il Comune gli allungava la concessione. Con questo sistema gli immobili di proprietà pubblica sono stati mantenuti ed adeguati senza oneri per le finanze del Comune.

D- Un esempio virtuoso direi…
R- Solo che per tutti i comuni italiani (compreso Livorno a guida 5 Stelle) lo sport è un costo e l’ente pubblico interviene con contributi finanziari anche importanti. Invece a Roma il Comune incassa dagli impianti sportivi 1.200.000 euro all’anno come riportato dalla delibera della Giunta n. 167 del 2017 che ha approvato le variazioni al piano esecutivo 2017.

D- Una bella sommetta per i tempi che corrono le casse capitoline.
R- Certo, non male, ma gli impianti non sono tutti uguali e ciascuno ha caratteristiche costruttive, ubicazione e storia diverse. Non a caso abbiamo anche sostenuto che per lo Stadio delle Terme anche 4 € al mese possono essere troppi perché quello è un impianto dove si può fare solo atletica leggera, sport notoriamente “povero”.

D- Comunque è da anni che si parla di nuovo regolamento degli impianti sportivi e la Giunta Marino ci pare avesse intenzione di intervenire nel merito.
R- La necessità di un nuovo regolamento che disciplini la concessione e la gestione degli impianti sportivi c’è. Per questo abbiamo incontrato Angelo Diario facendogli delle proposte ragionevoli, poi la discussione si è talmente dilatata che è divenuta quasi surreale. 

D- Beh, a questo punto dovrebbe proprio spiegarcelo…
R- Le faccio una cronistoria. Il 21 settembre 2016 e il 18 ottobre se ne è occupata la Commissione Sport sulla base di bozze predisposte da Angelo Diario. Il 7 febbraio 2017 in commissione è stato ascoltato Frongia che ha presentato una ulteriore bozza. Il 30 marzo 2017 la Regione ha trasmesso alla Commissione le proprie linee guida. Il 28 luglio 2017 il Direttore del Dipartimento Sport e Politiche Giovanili ha incaricato un gruppo di lavoro per la revisione s della proposta di Delibera di iniziativa della Commissione X.

D- Oddio un mare di carta…
R- Non è finita qui perché il 2 novembre 2017 il Direttore del Dipartimento Sport ha consegnato all’Assessore allo Sport e al Presidente della Commissione X il testo revisionato. Cinque giorni dopo è stata depositata una proposta della Commissione poi trasformata dopo le proteste di alcuni consiglieri che non l’avevano neppure vista. Infine il 27 novembre dopo un incontro con il CONI /Regione Diario ha presentato una proposta modificata ed aggiornata.

D- A questo punto il COGISCO cosa vuole?
R- Che si si consegni il testo approvato dalla Giunta (e non da un consigliere o dalla Commissione) su cui fare le nostre osservazioni e proposte.

D- Ma leggendo tutta questa carta un’idea ve la sarete pure fatta.
R- Da lì vengono fuori certamente alcuni fatti: la sfiducia nei confronti dei concessionari che, quindi, devono essere sottoposti a una serie di controlli preventivi e di vincoli autorizzativi. Che i lavori di manutenzione e migliorie devono essere gestiti dal Comune o con proprie risorse o con strumenti di finanza di progetto senza considerare i tempi burocratici e le ristrettezze finanziarie.

D- Non mi sembrano, a parte la sfiducia in voi, soluzioni così penalizzanti.
R- Eh no. Guardi che così si cambia il modello di sport perché in nome di un’astratta legalità ed aderenza alle norme, si apre la strada allo sport commerciale gestito da imprenditori privati.

D- Vediamo di fare qualche esempio.
R- Subito. Alma Nuoto ha in concessione una piscina situata in un popoloso quartiere di Roma. Dal 2012 al 2013 ha eseguito a proprie spese lavori per il miglioramento dell’immobile e del servizio nella speranza di ottenere il prolungamento della concessione grazie a lavori per un importo vicino al mezzo milione di euro. Ebbene, nonostante tutte le chiacchiere solidali di Frongia e Diario, l’ottobre scorso Alma Nuoto si è vista negare il prolungamento dall’Ufficio Sport perchè la normativa sul Codice degli Appalti non consentirebbe i prolungamenti delle concessioni.

D- Allora la faccenda si chiude qui.
R- Eh no perché il regolamento del Comune tra l’altro, non è stato mai abrogato!

D- Contenzioso in vista?
R- Certo, si sta già preparando il ricorso al TAR. Ma il confronto con il Comune non può esaurirsi nelle aule del Tribunale e noi crediamo che possa essere costruttivo e serio dentro e fuori l’Aula Giulio Cesare.

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