Con l’intervista concessa lo scorso 21 giugno al Messaggero, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Maurizio Veloccia ha ufficialmente aperto le danze per la spartizione dei miliardi previsti per la trasformazione del quadrante est di Roma (d’ora in poi: Tor Vergata).

Su Tor Vergata la giunta Gualtieri si gioca parecchio. Per dirla con le parole dell’Assessore: “si immagina un quartiere diverso, ricucito nelle sue connessioni con nuove infrastrutture di mobilita’”. E anche senza l’Expo mondiale del 2030 li’ previsto – Roma e’ candidata – cambiera’ poco (se si esclude lo Stadio della Roma ndr). “Rimarra’ – prosegue – il rafforzamento e l’espansione dell’Universita’, il potenziamento del trasporto pubblico con le due nuove tranvie, il rafforzamento del verde pubblico e (forse) il collegamento con il Parco degli Acquedotti”.

I soldi necessari ci sono e ammontano, dice Veloccia, a circa 500 milioni di euro: difficile credere all’assessore che, evidenziando sui soldi un pudore tutto comunista, pensa di rivoluzionare un quadrante di una capitale mondiale con quella cifra: i soldi da gestire saranno molti di piu’, altro che 500 milioni. Veloccia lo sa bene.

Le idee di Gualtieri erano chiare sin dall’inizio: nomina ad Assessore all’Urbanistica di Maurizio Veloccia, militante PD di provata fedeltà al partito, a scapito dell’altro candidato Giovanni Caudo, già assessore all’urbanistica della giunta Marino e molto meno amico dei facoltosi palazzinari che, di fatto, sono i padroni di Roma. Nomina ad Assessore ai Grandi Eventi, Turismo e Sport di Alessandro Onorato, quello a cui non interessano le poltrone.

La candidatura di Roma per l’Expo 2030 che si svolgerebbe a Tor Vergata con addirittura il recupero della bellissima Vela di Calatrava, simbolo della Roma incompiuta e ladrona, ha chiuso il cerchio (il voto finale in ottobre con conseguente progetto dello Stadio della Roma, GIUBILEO 2025). Roma deve ancora vincere ma la sensazione è che chi e’ dentro l’affare cadrà comunque in piedi: a Tor Vergata, dove comandano i Caltagirone, gira voce che in caso di mancata assegnazione dell’Expo li’ sara’ comunque costruito lo Stadio della Roma (alternativa: Pietralata).

L’affare Tor Vergata ruota intorno alla figura di Raffaele Ranucci, classe 1957, ex senatore PD di provenienza Margherita sempre ricompensato per la sua competenza e affidabilita’ con incarichi di prestigio. Ranucci ha tirato la volata a Gualtieri sindaco tramite una Lista Civica – oggi si fa cosi’ – guidata dal fedelissimo Alessandro Onorato da Ostia che si e’ occupato del successo della Lista sul litorale ostiense notoriamente scorbutico con la politica.

Onorato e’ divenuto poi casualmente Assessore ai Grandi Eventi, al Turismo e allo Sport (dopo avere dichiarato, in campagna elettorale, di non essere interessato alle poltrone). Proprio quel Turismo e quei Grandi eventi a cui da sempre dice di essere interessato Ranucci che, oltre ad essere proprietario dello storico albergo romano Holiday Inn Parco de’ Medici, e’ attualmente Presidente di Cassa Depositi e prestiti SGR. Questo fondo immobiliare gestisce numerosi immobili di proprietà pubblica (che in Italia significa di proprietà di chi detiene il potere…). Tra essi, a Roma si trovano gli entrambi bellissimi Palazzo degli Esami a Trastevere e la lottizzazione di via Guido Reni.

In sostanza, Ranucci si occupera’ di ridisegnare il quadrante est di Roma assecondando le indicazioni del PD romano ma, soprattutto, quelle del suo ambiente imprenditoriale di riferimento. Del resto, per avere un’idea del peso politico di Ranucci, basta leggere qualche riga (facendo attenzione alle foto dei presenti) sul convegno organizzato lo scorso giugno all’Acquario Romano dalla sua Lista Civica per Gualtieri.

E poi c’era lo Sport.

La Citta’ dello Sport di Tor Vergata doveva essere costruita sin dal 2005 per volere della giunta Veltroni a completamento dell’area dell’Universita’ e la Vela di Calatrava ne era il fiore all’occhiello. Avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009 tenutisi poi al Foro Italico e l’imponente progetto prevedeva due palazzetti dello sport, uno per basket e pallavolo e l’altro per il nuoto, sormontati da due vele identiche e circondati da altri impianti, tra cui una piscina olimpionica all’aperto e una pista di atletica. Travolta dagli scandali la Vela è stata inghiottita nel nulla, in spregio ai contribuenti (noi tutti) che, beffa delle beffe, l’hanno gia’ pagata piu’ di 200 milioni di euro solamente per farne il set di un paio di fiction di successo. La Vianini dei Caltagirone si e’ occupata della costruzione dell’Universita’ di Tor Vergata, compresa l’incompiuta Citta’ dello Sport, per la costruzione della quale e’ stato processato e condannato per corruzione l’allora presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici Angelo Balducci che era anche al vertice del Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita’ del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri (si occupava dell’assegnazione degli appalti pubblici nei Grandi Eventi). Insieme a lui, sotto processo ma poi assolto, era finito Claudio Rinaldi allora Commissario straordinario ai Mondiali di Nuoto del 2009.

«Si legge nella Legge di bilancio 2021 – 557. Per l’anno 2021, al Ministero dell’universita’ e della ricerca e’ assegnata la somma di 25 milioni di euro, che costituisce limite di spesa al fine del trasferimento   della   stessa somma all’universita’ degli studi di Roma «Tor Vergata» per la definizione dei contenziosi in essere con i soggetti affidatari del progetto e dei lavori connessi alla mancata realizzazione del complesso sportivo polifunzionale denominato «Citta’ dello Sport»

Lo Sport e’ di fatto scomparso dai radar dell’Amministrazione Gualtieri e la misera liquidazione versata ai Caltagirone non e’ altro che il preludio a nuove meravigliose avventure imprenditoriali. Il buon senso dice che li rivedremo presto, con o senza la Vianini, protagonisti della rivoluzione scoppiata nella giunta Gualtieri per infiammare il quadrante sud est di Roma.

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