di Giacomo Mazzocchi

Tripletta italiana nella fase finale delle coppe europee: Atalanta, Inter e Roma hanno infatti superato, tra mercoledì e giovedì sera, rispettivamente: il Valencia 4-1, i bulgari del Ludogorets e i belgi del Gent 1-0. Ma non è tutto oro quel che luccica. La Dea di Bergamo ha dimostrato ancora una volta di essere, con la Lazio, la squadra più brillante del calcio italiano e anche se il Valencia era incompleto per l’assenza di molti titolari rimane sempre una squadra di vertice del calcio spagnolo (mediamente superiore a quello italiano).

Per quanto attiene invece al cammino di Inter e Roma in Europa League, la faccenda desta qualche preoccupazione. Ciò in considerazione della fatica di entrambe ieri sera nei sedicesimi di finale di una competizione di serie B rispetto alla Champions. Contro i modestissimi bulgari del Ludogorets, Conte aveva tentato la di schierare una squadra con molti titolari in panchina: turn over necessario per fare risposare qualcuno in vista del Campionato. Ma i nerazzurri sono riusciti a segnare un gol solo dopo l’ingresso di Lukaku che, al 70’, ha fatto da sponda per la magnifica realizzazione di Eriksen (primo gol in maglia neroazzurra).

Il raddoppio è avvenuto grazie ad un rigore – sempre Lukaku – concesso per un ‘braccio’ bulgaro visto soltanto dall’arbitro spagnolo Del Cerro Grande: questi, a tempo abbondantemente scaduto e fra la sorpresa generale (pubblico bulgaro, giocatori e telecronisti) ha chiesto l’intervento del Var ed ha decretato il penalty del 2-0 finale. Per interpretare bene la prova dell’Inter, anche in prospettiva Campionato, c’è però da domandarsi come sarebbe andata a finire se un minuto dopo la bellissima rete del nerazzurro danese, lo stesso arbitro avesse assegnato il calcio di rigore per lo stesso braccio di D’Ambrosio in area.

L’intervento del Var anche in Europa League è stata la vera novità della giornata, che ha portato buone notizie all’Inter assieme alla conferma del valore di Eriksen. Il nuovo acquisto dal Tottenham è un vero talento di stampo classico, antico. Giocatore destro e sinistro, elegante nei movimenti, con visione di gioco. Un tipo che ricorda i grandi Numeri 10 del passato e non solo: Rivera, Platini, Del Pieroma anche Dybala. Stupendo il destro da fuori area indirizzato volutamente nell’angolo più lontano dal portiere bulgaro, così come la traversa piena colpita con un sinistro al volo da fuori area che ha ricordato assai l’analogo legno colpito dal laziale Milinkovic proprio contro l’Inter all’Olimpico. Un giocatore di gran talento ed eleganza, un ottimo acquisto: l’unico interrogativo rimane quello legato alla prestazione dell’Inter. Le sue giocate non sono state sufficienti a migliorare la resa della squadra e le problematiche neroazzurre rimangono. Riuscirà Eriksen a rendere meno ‘operaia’ la formazione guidata da Antonio Conte? Ai posteri l’ardua sentenza.

Quanto alla Roma, qui l’SOS è ancora più opportuno: il suo avversario belga, il Gent, è sicuramente superiore a quello delle avversarie delle altre italiane in campo in questi giorni. L’equilibrio in campo è stato più evidente e la vittoria più importante. Il problema è che, prescindendo dal risultato di 1-0 (che comunque non lascia ben sperare per la gara di ritorno), la Roma ha mostrato gli stessi (ma anche maggiori) limiti mostrati nelle ultime 5 catastrofiche gare di Campionato: difesa incapace – per limiti tecnici individuali – di fare ripartire in palleggio sicuro e non rischioso (così come vorrebbe Fonseca), ed anche di intervenire felicemente sui contropiedi avversari.

Ma la faccenda più drammatica è la mancanza di tenuta atletica di tutta la squadra e segnatamente nel centrocampo che, a poco a poco a poco, si sta liquefacendo. È andato sparendo il contributo determinante di Pellegrini, sulla falsariga di quanto accaduto nelle ultime partite di campionato. Se ne è accorto anche Fonseca che al 78’ lo ha sostituito con Mkhitaryan: solo allora la Roma si è fatta rivedere dalle parti della porta belga e rendersi pericolosa con un’inzuccata nel mucchio di Kolarov.

Insomma, cosa è successo alla preparazione fisica della Roma (Pellegrini segnatamente)? Dopo la bella rete realizzata al 10’ da Carlos Perez (ottimo acquisto dal Barcellona), la Roma avrebbe dovuto spingere per assicurarsi un congruo vantaggio in vista della gara di ritorno; invece, per il resto della partita è rimasta senza energie. Quindi, questo 1-0 è una vittoria di Pirro che lascia assai perplessa quella tifoseria che inizia a disamorarsi (vedi spalti dell’Olimpico ieri).

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