di Giacomo Mazzocchi

Ronaldo – Atletico Madrid 3-0

Così si potrebbe sintetizzare, con quattro parole e due cifre, quanto è accaduto ieri sera allo Juventus Stadium di Torino dove i bianconeri hanno ribaltato il risultato dell’andata con un secco 3-0 che permette di raggiungere gli ottavi di finale della Champions. Risultato conseguito con 3 reti del portoghese coadiuvato, occorre dirlo, da una prova maiuscola di Bernardeschi sia dal punto di vista tecnico che agonistico.

Ronaldo è riuscito in questi mesi a contagiare agonisticamente qualche altro bianconero

Oltre a realizzare reti e farle realizzare, evidententemente Ronaldo è riuscito in questi mesi, con il suo esempio, a contagiare agonisticamente qualche altro bianconero di stirpe italica ad esempio Bernardeschi ed il pugliese Spinazzola che ieri sera, senza timidezze, ha sostituito Alex Sandro sulla fascia sinistra.

Missione compiuta, dunque, quella di Ronaldo, acquistato dal Real Madrid nel luglio scorso per 105 milioni di euro (più 30 milioni annui per lui ) per consentire alla squadra della Fiat di conquistare la Champions League.

Gli esperti valutano in 400 milioni di euro l’intero ‘Investimento Ronaldo’

Strada facendo, le sue reti, gli assist, e la carica agonistica hanno consentito alla  Juve di ammazzare il campionato come mai era successo: 18 punti di vantaggio sulla seconda quando mancano tre mesi alla fine della stagione. Gli esperti valutano in 400 milioni di euro l’intero ‘Investimento Ronaldo’ (promosso da Marotta  prima di lasciare il club per trasferirsi alla corte cinese dell’Inter).

Buona parte sono già stati recuperati attraverso vari canali finanziari e commerciali, altri deriveranno dai proventi della Champions presente e futura. L’ennesima prodezza di Ronaldo non deve diventare l’occasione per la facile esaltazione di un fenomeno sportivo – come da noi sempre sostenuto – capace di sfatare la legge che un calciatore non fa una squadra, ma per ribadire il seguente concetto.

Non è accettabile che una grande squadra non sia più tale senza il suo uomo migliore

Non si può vivere o regnare,come accaduto al Real Madrid, affidandosi esclusivamente al talento di un  solo personaggio. Una squadra con la S maiuscola deve comunque avere un gioco e non contare per tutti i novanta minuti  su ‘palloni messi dentro’ (come detto dal telecronista di turno..) nella speranza che rientrino  nel raggio magico di un Ronaldo.

Una squadra con grandi mezzi ed ambizione deve avere un gioco, specie quando raccoglie campioni di ogni nazionalità

Sarebbe piaciuto in tal senso accomunare nelle gesta belle ed emozionanti di Juventus –Atletico Madrid (con rigori annullati, consultazioni della Var , impiego della cellula elettronica segnalatrice di gol) anche l’apporto di Allegri.

Il tecnico toscano ha dimostrato, ancora una volta, tutta la propria competenza nello schierare in campo gli uomini giusti

Inserendo Spinazzola, esordiente in Champions, , lasciando Dybala in panchina, etc.. ha scelto gli uomini giusti per una partita  d’assalto al fortino madrileno. Niente manovre,  perciò – come è consuetudine della Juve di Allegri chiusa nel cerchio delle individualità dei suoi campioni. In sostanza, il massimo richiesto alla sua squadra: una maggiore predisposizione al pressing.

Troppo poco però per avvicinarsi ad un gioco che si basa su palleggi stretti e veloci da cui fare  scaturire verticalizzazioni rapide che possano liberare l’uomo in area

Questo tipo di gioco, di palleggio non si improvvisa a tavolino, a parole, o alla lavagna come istruzioni: deve far parte degli allenamenti quotidiani e corali fin dall’addestramento atletico con la palla. Questo bagaglio non si apprende (e non si insegna) nell’arco di una settimana, ma di mesi e con molta pratica.

Sotto questo aspetto la Juventus appare non adeguata

Può anche darsi che la presenza di Ronaldo  possa ovviare a queste deficienze, in Italia non ci sono problemi, ma in Champions, fin dai prossimi quarti, la musica sarà di ascolto difficile anche se si dispone del miglior tenore al mondo.

In Champions la musica sarà di ascolto difficile anche se si dispone del miglior tenore al mondo

Il problema è che non si può correre ai ripari: come detto, per darsi un gioco corale – e non basato su estri individuali – non è sufficiente applicarsi nel breve periodo. Ma finchè c’è Ronaldo (anche 35enne) c’è speranza…..

Giacomo Mazzocchi, nato in Portogallo 79 anni fa, mezzo secolo di giornalismo tra direzione e gestione di quotidiani, periodici, redazioni televisive (La Repubblica, Il Corriere della Sera, il Corriere dello Sport, Tuttosport, Telemontecarlo). Ha disputato 129 partite nel massimo Campionato di Rugby e indossato la maglia della Nazionale. Segretario e fondatore  della Scuola Centrale dello Sport  del Coni, nel 2011 ha pubblicato, assieme al procuratore Sportivo Dario Canovi il libro “Lo stalliere del Re – Fatti e misfatti di 30 anni di calcio” e nel 2012 “Gli eroi siamo noi – Storie di rugby, di
vita e di 6 Nazioni”

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