Dopo la la Lazio, anche la Roma si è messa ad inseguire il vertice e l’impressione è proprio che questo Campionato di Serie A ne possa raccontare ancora davvero delle belle. I fatti, a saperli leggere, parlano abbastanza chiaro: mancano due partite alla chiusura del girone di andata e dunque non siamo ancora a metà della storia. La Roma ha una striscia positiva interessante, quattro vittorie ed un pareggio e ciò le ha permesso di insediarsi al quarto posto, a sette lunghezze dalla Juventus.

La squadra guidata da Paulo Fonseca, educatissimo gentiluomo portoghese di 46 anni proveniente dal Mozambico, ha mostrato un rendimento che migliora a vista d’occhio. Il verbo del suo calcio, che sembra ispirato a quello di Guardiola, è quanto di più avanzato si trova in circolazione: costante possesso palla e difesa alta. Trasferitosi 4 anni fa in Ucraina, applicando questi schemi ha portato lo Shakhtar Donetsk a vincere tre scudetti di seguito e a difendersi molto bene in Champions. Dopo il logico periodo di assestamento, la Roma è apparsa crescere costantemente. Soprattutto nel rendimento del suo parco giocatori. Per la sventura di Montella, il massimo lo ha raggiunto contro la Fiorentina. I viola – dopo ottimi pareggi, vittorie ma anche sconfitte – sono stati annichiliti dal gioco espresso dalla ‘banda’ romanista e l’incolpevole Montella ne ha fatto le spese finendo per mangiare il panettone natalizio lontano da Firenze.

Il fatto più eclatante che fa preoccupare Torino quanto Milano, è il ritorno di Totti alla Roma. Un ritorno non in carne ed ossa, ma attraverso le sembianze di un suo erede diretto anche se non possiede le fattezze del Pupone. Parliamo di Lorenzo Pellegrini, ragazzo romano di Roma, che, dall’età di 9 anni, ha vissuto e praticato il calcio accanto a lui nella Roma e che, proprio nel momento del suo addio, investì del ruolo di successore. Lorenzo ha assimilato tutto da Totti: stessa dedizione alla famiglia e al calcio: si è sposato appena ha potuto e a 23 anni il suo tempo casalingo lo passa con la moglie e la figlia Camilla. Ma è sul campo che si rivede Totti, un Totti moro e alto 1,86 con la stessa visione di gioco ed i piedi molto simili. Così come la capacità di leggere e dettare i tempi per sè e per i compagni. I suoi assist sono illuminati ed illuminanti. In concorrenza con quelli dell’assist-man più prolifico del momento, lo spagnolo della Lazio, Luis Alberto.

Con i piedi, anche Pellegrini fa quello che vuole. Tra i suoi tutor anche Vincenzo Montella, ai suoi primi passi da allenatore. Un tecnico a cui Lorenzo deve molto perché lo sostenne quando si scoprì che aveva un’aritmia cardiaca: problematica da atleta agonista. Ieri, la dura lex dello sport non ha potuto evitare che Pellegrini mortificasse uno dei suoi mentori con una prestazione esemplare, impreziosita da uno scambio spettacolare con Zaniolo (gol di Dzeko) per poi realizzare direttamente il 3-1 dal limite dell’area con un piattone angolato millimetrico. Lorenzo Pellegrini è la carta vincente di questa Roma e il talentuoso centrocampista ha convinto subito anche Il C.T. Mancini, uno che se ne intende e che lo ha messo al primo posto della Nazionale Italiana da record. Anche Eusebio Di Francesco diede il suo importante contributo: fu quando la Roma cedette Pellegrini al Sassuolo – 10 milioni di Euro con diritto di riacquisto – per farsi le ossa.

Con Fonseca intento ad inizio di stagione a costruire la sua proposta calcistica, il rendimento della Roma non è stato lineare: 11 punti dolo 5 partite 11 punti, mentre altrove si volava. Alla sesta giornata, a Lecce, Pellegrini si frattura il quinto metacarpo del piede destro: intervento e due mesi per recuperare. La Roma continua ad andare avanti allo stesso ritmo e le prime si allontanano.

Pellegrini riesce a rimettersi in sesto più rapidamente del previsto e il 24 novembre rientra contro il Brescia: 3-0. Da quel momento la Roma viaggia a vele spiegate, 13 punti in 5 partite. Cruciali saranno gli ultimi due turni del girone di andata: il 12 gennaio Roma-Juventus, preceduta il 5 da Roma-Torino, entrambe all’Olimpico. Sotto la regia di Pellegrini, questa Roma molto italiana e romana-romanista – come ai tempi beati di Totti e De Rossi potrebbe davvero dare ulteriore impulso al calcio italiano che non può limitarsi alle fortune di un paio di squadre di Milano e Torino. Ben venga un regime di maggiore competitività.

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