di Giacomo Mazzocchi

Rispetto al match contro la Namibia, saranno ben dieci i cambi azzurri annunciati dal C.T. Conor O’Shea nell’Italia che che scenderà in campo giovedì 26 a Fukuoka nel secondo incontro della Coppa del Mondo di Rugby contro il Canada. Il secondo match del girone B della Coppa del Mondo si giocherà con inizio alle 9.45 ora italiana. Il rivoluzionamento della squadra non è stato dettato dalla prova di domenica scorsa (assai superficialmente criticata) ma attuato in esecuzione ad un preciso ed ingegnoso piano strategico studiato dal tecnico irlandese:

1. Risparmiare nei primi due match il massimo delle energie in vista dei due proibitivi scontri finali con Sudafrica e Nuova Zelanda; 2. Verificare lo stato di forma di tutti e 31 convocati in modo di scegliere i migliori al momento giusto; 3. Adattamento progressivo alle problematiche individuali relative al cambio di fuso orario e giocare al mattino 4. Offrire il minor numero di informazioni possibili agli osservatori avversari circa schieramenti definitivi e tattiche di gioco 5. Mantenere alto il morale e l’entusiasmo collettivo dando a tutti i 31 portati in Giappone almeno una possibilità di conquistare una presenza nella Coppa del Mondo di Rugby e dimostrare di essere stata una scelta giusta 6. Il tutto vincendo e magari conquistando anche il punto di bonus. Senza subire infortuni seri.

Il piano è andato in porto: gli azzurri hanno battuto la Namibia per 47- 22 mettendo a segno ben 7 mete. Hanno guadagnato perciò il punto di bonus che permette loro di essere in testa con 5 punti nella classifica provvisoria del girone. Obiettivi tutti raggiunti. Eppure, fioccano critiche e riserve come se l’Italia avesse dovuto sciorinare contro la modesta Namibia tutto il proprio scibile e la migliore formazione: le vere carte azzurre sono ancora tutte da scoprire. E non mancano.

O’Shea, capitan Parisse e tutto l’ambiente non vogliono fare una comparsata mondiale, vogliono giocarsi la loro partita con il massimo delle ambizioni. Ed hanno studiato ogni opportunità. Sanno di aver lavorato bene e sanno che tanto la Namibia che il Canada sono formazioni che quest’Italia può superare anche  a ranghi ridotti. I nordamericani nel passato si sono rivelati avversari ostici. Ma era un’altra Italia.

Ora la scelta è di rischiare ancora ma tentare di affrontare le corazzate australi con la migliore squadra possibile. Un’impresa possibile, specie contro il Sudafrica scosso dalla sconfitta contro gli All Blacks. O’Shea ha visto e rivisto il match contro la Nuova Zelanda e sa perfettamente cosa si deve fare per ripetere l’unico successo azzurro contro gli Springbooks

Senza presenze, in questo mondiale rimane solo il tallonatore Leonardo Ghilardini, convalescente. Sarebbe stato il suo cap numero 105. L’infortunio al pilone Tiziano Pasquali si è rivelato non grave, così come quello occorso a Padovani. Gli azzurri avanzano a ranghi completi e compatti e sono scomparsi i problemi di fuso.

Italia: 15 Minozzi, 14 Benvenuti, 13 Campagnaro, 12 Hayward, 11 Bisegni; 10 Allan, 9 Braley; 8 Steyn, 7 Polledri, 6 Negri;5 Budd (cap), 4 Sisi; 3 Ferrari, 2 Bigi,1 Lovotti; Sostituti. 16 Zani, 17 Quaglio, 18 Riccioni, 19 Ruzza, 20 Mbanda, 21 Palazzani, 22 Canna, 23 Bellini

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