Giacomo Mazzocchi

Pasquetta ci ha regalato l’uovo con una gradita sorpresa: una partita di calcio di serie A come dovrebbe sempre essere

Era Napoli-Atalanta, ma importa relativamente che alla fine abbia vinto la squadra di Bergamo (per propri meriti ma anche per le troppe occasioni sprecate dal Napoli orfano di Insigne) quanto che sembrava che il match si stesse disputando ad Amsterdam e non a Napoli tanto effervescente  era lo spettacolo  calcistico messo in mostra da entrambe le squadre.

L’Atalanta di Gian Piero Gasperini non  faceva rimpiangere l’Ajax di EriK Ten Hag

Un calcio totale, fresco che si apriva e chiudeva a fisarmonica spesso ispirato da concreta eleganza e puntuale in ogni inserimento verso la porta avversaria. Un calcio che trasforma un ruvido attaccante come Duvan Zapata in elegante rifinitore, per intendersi.

Il Napoli di Ancelotti  è evidentemente ancora in fieri: riesce a tirar fuori il meglio che la scarsa qualità  del suo orto può offrire, ma la strada è ancora piuttosto lunga.

Al momento, non  c’è alcun dubbio, la miglior squadra italiana è l’Atalanta

ed è frutto indubbio dell’abbinamento fra la famiglia Percassi ed il tecnico piemontese, nato e cresciuto nella Juventus, che dal 2106  ha preso le redini della Dea, dopo una splendida gestione al Genoa.

Con Gasperini l’Atalanta ha decisamente svoltato: permanenza stabile nei quartieri alti, proficua presenza nelle Coppe europee, affari milionari nella compravendita dei tanti gioielli scoperti e valorizzati in maglia neroazzurra e finiti in Nazionale o che hanno  vivacizzato il mercato italiano degli ultimi anni: Gagliardini all’Inter, Kessie e Conti al Milan, Spinazzola e Caldara alla Juve, Cristante alla Roma, e poi Palosci, Kurtic, Petagna (Spal) che, non per proprie colpe, non sempre hanno mantenuto le promesse.

Sono anni ormai che l’Atalanta smantella la squadra ogni inizio di stagione arricchendo le casse  aziendali

Quindi ricomincia da capo affidandosi alle capacità di soggetti  considerati superati (quali Gomez ed Ilicic) con risultati sempre migliori. Insomma, a Gasperini  basta un impianto base ben allestito per  ripartire ogni anno con una squadra che sistema in corso d’opera andando a concludere alla grande.

A sei giornate dalle vacanze, un’Atalajax in gran crescendo è agganciata al treno di testa oltre che semifinalista di Coppa Italia

Eppure, per i leader del calcio italiano tutto ciò non  conta assolutamente nulla.

La critica sulla conduzione tecnica dei maggiori club nostrani  è diventata generale.

I dubbi se  Allegri e Spalletti siano davvero  gli allenatori giusti per gestire  il patrimonio del calcio italico sono  sempre più frequenti

Però le solite fonti ‘bene informate’ sostengono che per Allegri e Spalletti i rinnovi dei contratti sono stati già firmati, rispettivamente un biennale (7-8 milioni di Euro) ed un annuale (4 milioni).

E Gasperini? Non va oltre il 1,4 milioni. Evidentemente contano più i 5 scudetti consecutivi bianconeri  ed il tonfo in Champions che i milioni introitati dai Percassi sul mercato. Così come un piazzamento  interista oltre il terzo posto in Serie A accompagnato da un il fiasco europeo.

Ci deve essere qualcosa che non funziona nel calcio italiano oppure a Gasperini devono mancare Santi in Paradiso

Eppure si tratta di un bianconero davvero Doc, nato e cresciuto da giocatore nella Juve da quando aveva nove anni, nato e cresciuto in bianconero anche come allenatore.

Forse proprio questo potrebbe essere il suo handicap: “Nemo profeta in patria”

In questa strana vicenda l’unica cosa certa, perché sotto l’occhio di tutti, è che l’Ajax è la squadra che sta entusiasmando l’Europa intera per il suo gioco e che l’Atalanta è la squadra che gli assomiglia di più. E non da ieri.

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