Riflessioni del week end – di Giorgio Giovannelli

Venerdì 5 ottobre il Tar del Lazio ha pubblicato la sentenza relativa al ricorso presentato da Italia Marathon Club e Atielle Roma Srl, discusso l’11 luglio, in merito alla Maratona di Roma: Italia Marathon Club aveva chiesto al TAR l’annullamento, previa sospensiva, della gara per l’organizzazione delle edizioni 2019 – 2022 messa a bando nel marzo scorso dopo anni di autorizzazioni “temporanee” (vedi qui e qui i nostri precedenti articoli al riguardo).

Il bando uscito a marzo è fatto da mano esperta, tanto esperta che si fatica a pensare possa essere opera dei soli uffici del Comune di Roma deputati allo Sport; a molti è sembrato ricalcato sull’esperienza e le idee di quegli organizzatori che, guidati da Enrico Castrucci, hanno fatto della Maratona di Roma, un evento clou del calendario mondiale delle corse e l’evento più partecipato d’Italia.

Il TAR ricostruendo l’intera storia ha riconosciuto che il Comune di Roma e la FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) sono i promotori della corsa e che, quindi, è loro diritto disporne per l’organizzazione e a nulla vale che negli anni precedenti questo loro diritto non di “proprietà” non fosse stata esercitato lasciando di fatto all’Italia Marathon Club la possibilità di gestire la corsa.

A nostro modesto parere la sentenza liquida troppo frettolosamente la questione delle maratone dal 2005 al 2017 organizzate dall’Italia Marathon Club visto che questi ha sempre organizzato l’evento in accordo e collaborazione con il Comune di Roma (dal quale ha ricevuto anche qualche contributo) scegliendo di non approfondire la questione che i soggetti proprietari sono il Comune di Roma e la FIDAL, cioè due soggetti che non hanno certo nei loro scopi istituzionali l’organizzazione diretta di manifestazioni ed eventi sportivi.

È un modello che stravolge l’assetto attuale che vede Comune e Federazioni riconoscere e promuovere eventi gestiti da altri: è come se il Comune di Roma decidesse di affidare l’organizzazione di una gara di nuoto stabilendo tempi e modalità di partecipazione.

E’ questo il ruolo di un Comune?

Il ruolo di una federazione è quello di organizzare corse su strada tipo la mezza maratona della pace organizzata sempre a Roma dalla FIDAL nelle settimane passate?

Tale impostazione sembra riconducibile a una concezione dello sport statalista, verticistica, che disconosce il ruolo della società civile e dell’associazionismo sportivo.

Sinceramente, questa concezione appare un po’ fuori dalla realtà solamente analizzando, con un minimo di buona volontà, le esperienze italiane, regione per regione, in cui la ‘partnership’ pubblico/privato ha funzionato alla grande e in cui le istituzioni promuovono ma non organizzano gli eventi.

Il modello da seguire sono gli Internazionali d’Italia di Tennis in cui la gestione è completamente in mano alla FIT, Federazione Italiana Tennis, magari attraverso società controllate? Ed allora a che serve il contributo pubblico al CONI?

A proposito, nel CdA di una di queste società controllate dalla FIT è presente l’avvocato Fabrizio Tropiano, componente della giunta del CONI Lazio, esponente dei 5Stelle e fratello dell’estensore della sentenza del Tar che ha accolto le ragioni del Comune di Roma retto da una maggioranza 5Stelle….

Giorgio Giovannelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *