di Giacomo Mazzocchi

L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus è la più bella cosa che sia capitata in Italia da quando, il 1° giugno del 2004, Sergio Marchionne fu nominato Amministratore Delegato della Fiat

Una Fiat stremata e un emigrante abruzzese in Canada con doppia cittadinanza alla guida del più grosso gruppo industriale italiano. Da buon abruzzese di Chieti, senza tanti proclami e indossando di regola una modesta camicia e maglioncino giro collo azzurro, si mise a lavorare sodo.

I risultati sono sotto l’occhio di tutti: la Fiat, diventata Fiat Chrysler Automobiles, è ritornata in pochi anni al vertice dell’automobile e dell’export, i suoi difficili rapporti con i sindacati sono divenuti pressoché idilliaci e i posti di lavoro non sono diminuiti ma si sono distribuiti in giro per lo Stivale a partire dal Mezzogiorno.

Ma ogni sviluppo di crescita e di export deve essere accompagnato da un adeguata promozione del prodotto e deve essere associato a richiami molto convincenti. Da sempre l’Italia è il Bel Paese per definizione, il paese della bellezza naturale ed artistica, del buon gusto.

L’industria dell’automobile è la più importante e trainante del mondo e quindi si rilancia la Ferrari, la Formula Uno, come la Fiat fino al 2004 in fase discendente. Sempre bella ma ahimè sempre meno  vincente.

La competizione è con le aziende più importanti nel mondo dell’auto – Mercedes, Renault, Honda: un mercato ricco e anche di grande impatto promozionale per il Made in Italy. Marchionne decide di prendere a gestire anche questo fondamentale vettore.

Oggi  la Ferrari è in testa nel Mondiale di Formula Uno  davanti alla Mercedes; con Sebastian Vettel davanti ad Hamilton. Sistemate Fiat e Formula Uno, quale è la seconda industria mondiale per interessi mossi? Quello sportivo, ed in particolare quello del calcio.

Da sempre lo sport è alla base  della promozione del Made in Italy come sempre hanno saputo nell’Est Comunista e nell’Ovest capitalista. Lo sport non solo promuove all’estero, ma anche muove entusiasmo e voglia imprenditoriale in casa propria. In Italia la Fiat lo ha sempre saputo e la Juventus è la rappresentazione concreta di questo assunto. In casa Juventus la managerialità fatta in casa  ha funzionato soprattutto per quanto riguarda la supremazia casalinga, ma al di fuori dei confini, nel mondo che conta? Molto meno.

Marchionne lo ha ben capito e i 130 milioni di euro investiti su Ronaldo sono il frutto di questo ragionamento. Dunque non si creda che questo arrivo sia il risultato dei disegni del General Manager Marotta o del Presidente Agnelli: i 130 milioni per il più grande calciatore della storia sono il giusto investimento per assicurarsi le prestazioni di chi restituisce centralità calcistica ad un Paese che ha vinto 4 titoli mondiali ma che è riuscito a rimanere fuori da Russia 2018 che vede lottare per l’oro due paesi mediterranei che fanno da confini all’Italia: a Ovest e a Est.

Non vi è certezza che Ronaldo possa assicurare alla Juve la Champions League (dipende anche dai ”guai” che Allegri potrebbe combinare attorno a lui) ma una cosa è certa: quando lui scenderà in campo con i bianconeri ovunque spalti saranno dovunque gremiti ed i media dedicheranno alla Juventus ancora più spazio. Le sue maglie andranno a ruba e anche il suo rendimento sarà sempre altissimo perché  il suo simpatico narcisismo lo ha portato a darsi un fisico da culturista che non si infortuna mai: trentatre anni, ma non li dimostra.

Per almeno due anni sarà il faro della Juventus così come lo è stato per il modesto Portogallo quando due anni fa lo ha condotto alla conquista del Campionato Europeo. Qualunque maglia abbia indossato ha condotto  la sua squadra a conquistare allori, nazionali e internazionali culminati con i cinque Palloni d’oro (alla pari con Messi).

Ronaldo farà ritornare la fame di calcio agli italiani (e anche agli stranieri) che ormai disertano gli stadi. Il tutto per soli 130 milioni.

La prima a giovarsene sarà proprio l’attuale, confusa  governance del paese che deve farsi ancora perdonare la rinuncia di Virginia Raggi all’organizzazione dei  Giochi Olimpici a Roma nel 2024, decisione subito smentita dalla sua collega di partito e Sindaco di Torino Chiara Appendino che intende organizzare i Giochi Olimpici Invernali del 2026.

Dunque, Grazie Juve da parte di tutti gli Italiani senza alcuna distinzione. Buon Cristiano Ronaldo!

Giacomo Mazzocchi

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