Giacomo Mazzocchi per SportPolitics.it

E’ necessario sgombrare il campo da ogni sofisma, da ogni posizione parrocchiale: Cristiano Ronaldo, portoghese isolano di Madera, è il più grande calciatore di ogni tempo

Chi vuole ancora disquisire su questo assunto evidente deve ritirarsi di buon ordine. Oggi non esistono Messi né Neymar, come non esistono dal passato i vari mitici  Puskas, Di Sfefano, Cruyff, Sivori, Matthews,  Van Basten, Pelè, Maradona, ecc..: tutti eccellenti  virtuosi della sfera ma tutti lontani da Cristiano Ronaldo.

I campioni  di cui sopra erano autentici artisti della pelota ma Cristiano Ronaldo, oltre ad avere un piede (anzi entrambi) come costoro,  unisce un’atleticità da campione olimpico di ogni specialità sportiva ed un carattere agonistico da super dilettante.

A sancire  l’unicità storica del valore oggettivo di questo  fenomeno non sono solo quelle quattro reti messe a segno nelle prime due giornate dei Mondiali che stanno facendo entrare negli ottavi un modestissimo Portogallo (capace di fare sembrare irresistibile perfino il Marocco..).

E nemmeno  le di lui suntuose statistiche che indicano una costanza di alto rendimento che nessuno ha mai avuto nella storia. Ciò che è esaltante in Ronaldo è proprio la  cifra  di rendimento fra classe e qualità atletica. Lui è in grado, deve essere ribadito, di fare tutte le cose che hanno fatto i campioni del passato e del presente con in più la cifra di grande atleta.

Qualche esempio. Come ha fatto il Real Madrid a conquistare la Coppa Campioni? Superando la Juventus; come? Grazie ad una rovesciata acrobatica di Ronaldo che ha portato il suo piede destro a colpire il pallone a 2 metri e 54 centimetri: oltre la traversa di una porta di calcio. I gesti atletici di Ronaldo sembrano  facili perché compiuti con estrema naturalezza ma sono tutte cose da record.

Mettiamo la rete che dopo 3 minuti ha permesso al Portogallo di regolare il ben attrezzato Marocco: la sfera proveniente dal calcio d’angolo è spiovuta in una zona dove nessuno la poteva raggiungere, nessuno escluso Ronaldo, che si è tuffato da cinque metri  scaraventandola in rete, non senza aver rischiato di prendere un calcio in faccia da un difensore marocchino..

L’eccezionalità di Ronaldo non si limita ad essere l’accoppiata classe-atleticità. Riguarda, anche e soprattutto, il fatto che la sua motivazione in campo non coincide con la sua gloria (la sua rete personale) ma nasce dalla ricerca della soluzione più vantaggiosa per la squadra.

In questo senso Ronaldo legge la partita come il migliore dei registi e utilizza sé stesso nella chiave più  vantaggiosa. Esemplare, nella ripresa di Portogallo-Marocco, come lui abbia sfruttato un pallone che gli era capitato fra i piedi al limite dell’area di rigore nella sola occasione propizia che i lusitani hanno avuto nella partita: ha intuito che un compagno si era lanciato in avanti e, senza farlo finire in fuori gioco, senza tentare una conclusone personale, con un tocco magico di piede gli ha servito una pallone che chiedeva soltanto di essere messo in rete (cosa che, poi, non è avvenuta).

Smettiamola dunque con i paragoni, Ronaldo è unico, prendiamone atto e godiamocelo fintanto che resta in giro sano e salvo nonostante le botte che riceve.

Giacomo Mazzocchi

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