Ad impossibilia nemo tenetur

Per avere ragione di un fenomeno che “non sbaglia mai” Fabio Fognini ha investito, nel primo set della sfida contro il numero Uno indiscusso su terra battuta Rafael Nadal, tutte le energie  fisiche e  mentali necessarie per sostenere il suo braccio straordinario “braccio”. Vale a dire il ricco repertorio tecnico che nessuno possiede nel circo del tennis.

Lo scontro di mezzodì sul Centrale del Foro Italico è stato davvero un Mezzogiorno di fuoco in cui Fognini ha messo a bruciare tutto ciò che aveva a disposizione. E’ partito a gran ritmo rischiando tutto e di più per lanciare la palla a distanza tale che  non potesse essere raggiunta dalla racchetta onnipresente del Campione spagnolo.

Tanti errori, ma anche tanti punti vincenti, con Nadal costretto a giocare a fondo campo e  Fognini al centro del campo a sventolare fiondate di diritto e rovescio: uno spettacolo indimenticabile.  Tanti errori, è vero, ma Nadal sempre più intimidito ed in difficoltà, avanti nel punteggio ma sempre a rischio caduta. E così sarà.

Sul 4-1 per Nadal il pubblico è ammutolito: ma come, Fabio sta dominando,  lo spagnolo è costretto a ricorrere la palla a destra e sinistra, a fondo campo e sotto rete per le smorzate, eppure ha perso due volte il servizio? Niente di più normale quando c’è di mezzo il campione spagnolo.

Soltanto che, al sesto gioco, anche Nadal ha mostrato di essere umano, di avere anche lui qualche fragilità

Fognini, a questo punto, si è trovato il match in mano ed è stato un assolo incredibile. Nel centrale c’era solo lui insieme al pubblico che credeva ai propri occhi. Fabio, infila, in bellissimo stile,  ben cinque giochi  consecutivi: mai successo nella storia di questo grande campione. Nadal perde due volte il servizio e Fabio chiude il set 6-4.

Si sogna ad occhi aperti, Nadal sta facendo la fine di Andy Murray lo scorso anno. Come è possibile, dal momento che le tre volte che Nadal ha perso da Fognini è stato nel 2015 quando lo spagnolo era acciaccato mentre adesso è in forma smagliante? Dunque Fognini sta battendo un Nadal in piena condizione?

Lo spagnolo si impone di risalire il campo e non subire l’iniziativa  di Fognini che, comunque, sta tirando il fiato. Il suo disegno tattico è quello adottato un paio di giorni fa per la vittoria sul numero otto del ranking Dominic Thiem: gran ritmo nel primo set vincente, poi, nel secondo set, tirare il fiato  accettando la rimonta dell’avversario ma facendolo stancare correndo meno e giocando di solo braccio per poi ripartire nel terzo.

E’ l’unica strada per aver ragione di avversari che, se sono al vertice, devono per forza essere in gamba, molto in gamba. Più in gamba di un Fognini che stenta ad essere sempre al massimo.

Ma Nadal non è l’austriaco Thiem. Rafa è un atleta eccezionale che ha una “racchetta” pregevolissima. Sulla terra battuta, in particolare, arriva su tutte le palle non limitandosi a buttarla dall’altra parte ma piazzandola. Fognini perde così 1-6 il secondo set. Tutto secondo programma.

E invece no! Al terzo set il più provato è ancora Fognini il quale, dopo l’inizio competitivo, si arrende 2-6. Come dicevano i latini, “ad impossibilia nemo tenetur”.

Fognini ha tentato con l’arte tennistica del suo braccio di battere il numero uno. Ma il tennis non è soltanto braccio, è anche atleticità e sotto questo profilo Nadal è un purosangue: 1,85 m per 85 kg mentre Fognini è un intelligente cavallo da tiro mediterraneo (preciso ed elegante) che non arriva al metro ed ottanta.

Comunque, grazie a Fabio Fognini per averci regalato un match da leggenda.

Giacomo Mazzocchi

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