“Portamo tutti i cavalli che stanno a Capannelle sulla piazza del Campidoglio..!” Queste le parole di un anonimo dipendente di HippoGroup Roma-Capannelle, la società che ha in concessione l’Ippodromo delle Capannelle di proprietà comunale e che ha annunciato, durante una drammatica e concitata “conferenza stampa” tenuta all’interno dell’Ippodromo, la riconsegne delle chiavi il 1° gennaio 2018 .

Cosa è successo?

Con notifica del 21 novembre con cui il Comune di Roma ha intimato la restituzione dell’impianto, libero da persone e cose, entro 180 giorni, avendo rigettato l’istanza di proroga presentata a fronte dei forti investimenti effettuati.

All’Ippodromo delle Capannelle lavorano decine dipendenti, che questa decisione mette ad altissimo rischio disoccupazione.

Incomprensibile anche la ragione per la quale qualche giorno prima, il 17 novembre, l’assessore capitolino allo Sport Daniele Frongia aveva annunciato in un comunicato: “Tutto a posto per il 2018 a Capannelle”.

CONTENZIOSO

Si inserisce nella spinosa questione del riconoscimento dei lavori di miglioria all’interno non solo dell’ippodromo delle Capannelle ma di tutti gli impianti sportivi di proprietà comunale come da articolo 11 del Regolamento Capitolino degli impianti sportivi.

Tale regolamento, prevede l’allungamento delle concessioni quantificato con una formula matematica che tiene conto degli investimenti effettuati dai concessionari. L’amministrazione 5Stelle capitolina, ritiene non applicabile tale articolo a seguito della sopravvenuta normativa nazionale ed europea (L.62/2005, D. Lgs.163/2006, D. Lgs.50/2016). Dunque, tramite gli uffici e le direzioni Sport, il Comune di Roma ha intimato il rilascio degli impianti con concessione scaduta ma in attesa di allungamento per i lavori eseguiti.

Tale posizione dell’amministrazione capitolina è certo che disintegrerà il sistema sportivo romano che in gran parte si regge, a fronte di una mancanza di risorse strutturale, sull’impiantistica sportiva pubblica gestita da Associazioni sportive private.

Le associazioni concessionarie, vittoriose di un bando, negli anni hanno investito denaro per migliorare funzionalità  degli impianti avuti in concessione: l’alternativa messa sul piatto dall’amministrazione è quella di far eseguire i lavori autorizzati direttamente dal Comune. Come dire -con i tempi biblici che tutti possono immaginare, sopralluoghi, autorizzazioni, etc..- fine dello Sport, o quasi, a Roma. E il servizio al cittadino?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *