I nostri migliori auguri per un buon
Il silenzio sordo che ha protetto il mondo dello Sport inizia a diventare rumore se consideriamo le recenti varie dichiarazioni del Presidente Malagò a supporto della sua riconferma. Almeno sino al termine delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 da lui conquistate quando era ancora saldamente in sella al CONI.
Premesso che il mandato di Malagò scade nel 2025 – e dunque la sua pretesa (di questo si tratta) potrebbe avere un senso – intorno al suo non rinnovo (come la legge italiana prevede) si sta giocando una partita sullo Sport italiano che non è azzardato paragonare ad una finale di Champions League. Abbiamo dunque riflettuto su alcuni avvenimenti che hanno caratterizzato le ultime settimane – dove i protagonisti sono più di due finaliste- e abbiamo tratto una conseguenza logicamente necessaria (deduzione):
- Malagò sta giocando tutte le sue carte mettendo in campo la potenza dei rapporti costruiti in questi anni dentro e fuori dal CONI per ottenere la (totale? parziale?) riconferma (vedi REPORT, “Circolo Malagò”)
- Il ministro delle Finanze Giorgetti che si nasconde dietro un pilatesco: “c’è un ministro che si chiama Andrea Abodi, (…)” dopo avere rivoltato lo Sport italiano nel 2018 grazie anche al suo veto ad un ministro preposto
- Il ministro dello Sport Abodi, tecnico e onnipresente ad avvenimenti sportivi di ogni genere che pero’ non riesce ad incidere circondato soprattutto dentro il governo
- Sport e salute, con i componenti del CdA di nomina ministeriale in scadenza che nel frattempo distribuisce denaro del contribuente alle federazioni (tra i 300 e i 400 milioni di euro) scontentandone molte
- Il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli (sufficientemente ambizioso da rendersi disponibile e far dimenticare il suo passato da socialista “veltroniano”) che sembra avere tutti i numeri – di medaglie e di strategie- per allargare il già importante consenso che ha nel centro destra e sostituire finalmente Malagò
Torniamo così al punto di partenza: lo Sport di vertice (non quello delle associazioni sportive) è alla vigilia di una nuova guerra?
BUON 2025!